di Andrea Di Biase
Il cda di Fondiaria-Sai, riunitosi ieri per approvare i risultati del primo trimestre, che hanno sancito il ritorno all’utile della compagnia dopo la perdita di 1 miliardo del 2011, ha preso atto della nuova offerta presentata mercoledì da Sator e Palladio Finanziaria, riservandosi la possibilità di valutarla in una prossima riunione. Tuttavia, come anticipato ieri da MF-Milano Finanza, l’intesa di massima sui concambi, raggiunta nei giorni scorsi tra l’ad di FonSai, Emanuele Erbetta, e quello di Unipol, Carlo Cimbri, ha di fatto indirizzato su un binario morto la proposta alternativa formulata da Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo. Anche se ieri né il cda di Fondiaria-Sai né quello della compagnia bolognese avrebbero esaminato i dettagli dell’accordo di massima raggiunto tra i due amministratori delegati, la conferma che l’intesa è ormai a un passo dall’essere finalizzata è arrivata da Maurizio Dallocchio, il professionista che sta assistendo Premafin proprio nella definizione dei concambi per la fusione con FonSai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni. In particolare, Dallocchio ha indicato nel 62% del capitale della nuova compagnia la quota di partecipazione che il gruppo bolognese potrebbe avere al termine dell’operazione. Ciò a testimonianza del fatto che il faccia a faccia tra Cimbri ed Erbetta avrebbe dunque consentito di avvicinare in modo importante le rispettive posizioni. Unipol puntava infatti ad avere il 66,7% della nuova compagnia, mentre gli advisor di FonSai e Milano indicavano in una partecipazione del 60% un valore più equo. La versione definitiva dell’accordo rimane ancora da affinare. Non è escluso dunque che nei prossimi giorni le parti possano confrontarsi nuovamente per mettere a punto i dettagli dell’operazione e procedere poi alla convocazione dei cda di Unipol e FonSai per i primi giorni della prossima settimana, in modo di arrivare con i concambi approvati per l’assemblea di Premafin di giovedì 17, che dovrà approvare l’aumento di capitale da 400 milioni. Anche se non è escluso che la riunione dei soci possa tenersi in seconda convocazione lunedì 21 maggio. Per ora i board di Unipol e FonSai non sarebbero ancora stati convocati. Quasi sicuramente invece la Consob dovrebbe pronunciarsi sul quesito relativo all’esenzione dall’opa su Premafin, FonSai e Milano nella giornata di martedì. Questo rimane un passaggio cruciale, considerato che, se da un lato è probabile che l’authority presieduta da Giuseppe Vegas permetta a Unipol di rilevare il controllo di Premafin e Fondiaria- Sai senza lanciare l’opa sulle minoranze, considerato lo stato di dissesto delle due società, c’è invece maggiore incognita sulla decisione che verrà presa relativamente alla Milano. Quest’ultima compagnia può infatti contare su un Solvency ratio al 31 marzo pari al 138%, ampiamente dunque sopra la soglia regolamentare del 100%. Tuttavia Unipol, come già fatto lo scorso anno da Groupama e Unicredit (le cui osservazioni erano state condivise dalla Consob), ha chiesto l’esenzione dall’opa in virtù del fatto che la Milano non rappresenta l’asset principale di FonSai. Questo perché, alla luce del Regolamento emittenti, il valore di bilancio della partecipazione nella Milano è ampiamente inferiore a un terzo del patrimonio netto di FonSai e allo stesso tempo il valore attribuito alla compagnia controllata non è prevalente nella definizione del prezzo d’acquisto dell’intero gruppo. Se la Consob dovesse accendere la luce verde all’operazione, la strada a questo punto potrebbe essere in discesa, considerato che le banche creditrici di Premafin e FonSai sono da tempo schierate a sostegno della soluzione avanzata dal gruppo bolognese. Una posizione ribadita anche ieri da Federico Ghizzoni, ad di Unicredit che è azionista di FonSai con il 6,6% e principale creditore della holding della famiglia Ligresti. «L’offerta Unipol per la fusione con FonSai è l’unica con contenuti industriali», ha sottolineato Ghizzoni commentando la nuova proposta di Sator e Palladio. «La posizione di Unicredit», ha aggiunto, «non cambia rispetto a ieri. Stiamo lavorando sull’ipotesi Unipol e oggi il nostro cda ha approvato la ristrutturazione del debito Premafin, che è propedeutica a quell’operazione». Per quanto riguarda i risultati del primo trimestre, Fondiaria-Sai ha realizzato un utile consolidato di 73,5 milioni, contro il rosso di 24,9 milioni dei primi tre mesi del 2011. Questo nonostante la raccolta premi abbia registrato una flessione del 16,5% a 2,49 miliardi, con una frenata del 6,1% nei Danni (a 1,63 miliardi) e del 31,1% nel Vita (a 859 milioni). Nel dettaglio, nel ramo danni FonSai ha realizzato un utile prima delle imposte di 70,6 milioni, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 24,8 milioni del primo trimestre del 2011. Nel settore vita il risultato prima delle imposte è stato positivo per 59,8 milioni a fronte di un utile del 9,7 milione di fine marzo dello scorso anno. Dal punto di vista della solvibilità patrimoniale, nonostante i miglioramenti del primo trimestre, legati al recupero dei titoli di Stato italiani nei primi mesi dell’anno, la situazione appare ancora difficile. Se infatti a fine marzo il Solvency ratio consolidato si è attestato al 91,6%, in miglioramento dunque rispetto al 78,2% registrato al 31 dicembre 2011, il nuovo allargamento dello spread tra i Bund e i Btp, dovrebbe aver impattato negativamente su questo indicatore. Secondo stime non ufficiali raccolte in ambienti bancari attualmente il Solvency di FonSai si aggirerebbe attorno all’80%.